La Casa di Loreto -La storia
La fama internazionale della città di Loreto è legata al Santuario mariano dove si conserva e si venera la Santa Casa della Vergine Maria, trasportata da Nazaret nel 1294.
La casa della Madonna a Nazaret era costituita di tre povere pareti in pietra addossate e poste come a chiusura di una grotta scavata nella roccia. La grotta è tuttora venerata a Nazaret, nella basilica dell’Annunciazione, mentre le tre pareti di pietra, dopo la cacciata dei cristiani dalla Palestina da parte dei Musulmani, sono state salvate dalla sicura rovina e trasportate prima a Tersatto, nell’odierna Croazia, nel 1291 e poi a Loreto il 10 dicembre 1294.
Circa le modalità della ‘venuta’ a Loreto della Santa Casa di Nazaret si è imposta per lunghi secoli la versione popolare del suo trasporto miracoloso, "per ministero angelico". La ricerca storica degli ultimi decenni, in base a reperti archeologici e numerose prove documentali più obiettive e consistenti, possiede convincenti riscontri per affermare che la Santa Casa di Loreto, come del resto tante altre preziose reliquie della Terra Santa, è stata trasportata per nave, al tempo delle crociate. La versione popolare del trasporto ‘per mano di angeli’ con ogni probabilità è nata dal fatto che nella vicenda hanno svolto un ruolo chiave e primario i regnanti dell’Epiro, appartenenti alla famiglia Angeli, come risulta da un documento notarile del 1294, scoperto recentemente.
Gli studi degli ultimi decenni, condotti da
esperti, confermano la tradizione lauretana e l'origine palestinese delle
pietre della Santa Casa, che risulta tra l’altro un manufatto estraneo
agli usi edilizi marchigiani. I raffronti tecnici e architettonici
dimostrano che le tre pareti della Santa Casa di Loreto si connettono bene
con la grotta esistente a Nazaret e con gli altri edifici di culto
costruiti sulla casa della Madonna nei primi secoli d. C. Le pietre della
Santa Casa sono lavorate e rifinite secondo l'uso dei Nabatei, un popolo
che ha esercitato il suo influsso anche nella Galilea fino ai tempi di
Gesù. Sulle pietre si conservano inoltre numerosi graffiti e incisioni
tipici delle comunità giudeo-cristiane presenti solo in Palestina prima
del V secolo.
Tutto quanto c'è di bello e di artistico a Loreto si è sviluppato intorno
a queste umili pareti di pietra ristrutturate a modo di casetta o piccola
chiesa. Oltre alla sontuosa basilica, abbellita da grandi artisti, le
stesse pareti della Santa Casa sono racchiuse da un artistico rivestimento
marmoreo, uno dei più grandi capolavori scultorei dell'arte
rinascimentale.
Esso racchiude la Santa Casa come uno scrigno che contiene perle preziosissime: si tratta delle povere pareti legate ai ricordi più cari al cuore della cristianità. Qui fu annunziato il mistero dell'incarnazione, qui ebbe inizio la storia della salvezza con il sì di Maria all'annuncio dell'angelo; queste pietre sono state santificate dalla presenza e dalla vita quotidiana della Santa Famiglia e sono testimoni mute e perenni del passaggio del Figlio di Dio sulla terra.
La S. Casa, nel suo nucleo originario, è
costituita da sole tre pareti, perché la parte dove sorge l'altare dava, a
Nazaret, sulla bocca della Grotta e, quindi, non esisteva come muro. Delle
tre pareti originarie le sezioni inferiori, per quasi tre metri di
altezza, sono costituite prevalentemente da filari di pietre, per lo più
arenarie, rintracciabili a Nazaret, e le sezioni superiori aggiunte
successivamente e, quindi spurie, sono in mattoni locali, gli unici
materiali edilizi usati nella zona. Alcune pietre risultano rifinite
esternamente con tecnica che richiama quella dei nabatei, diffusa in
Palestina e anche in Galilea fino ai tempi di Gesù. Vi sono stati
individuati una sessantina di graffiti, molti dei quali giudicati dagli
esperti a quelli giudeo-cristiani di epoca remota, esistenti in Terra
Santa, compresa Nazaret. Le sezioni superiori delle pareti, di minor
valore storico e devozionale, nel secolo XIV furono coperte da dipinti a
fresco, mentre le sottostanti sezioni in pietra furono lasciate a vista,
esposte alla venerazione dei fedeli.
Il Crocifisso dipinto su legno, sopra la cosiddetta finestra dell'Angelo,
assegnato alla fine del sec. XIII, secondo alcuni è di cultura spoletina e
secondo altri rivelerebbe segni della maniera di Giunta Pisano.
La Statua della Madonna, scolpita su legno di un cedro del Libano dei
Giardini Vaticani, sostituisce quella delsec. XIV, andata distrutta in un
incendio scoppiato in S. Casa nel 1921. È stata fatta scolpire da Pio XI
che nel 1922 la incoronò in Vaticano e la fece trasportare solennemente a
Loreto. Fu modellata da Enrico Quattrini ed eseguita e dipinta da Leopoldo
Celani che le conferì una tonalità troppo scura rispetto a quella
dell'originale.
Scavi e graffiti
L'apporto più significativo per una
lettura critica e storicamente fondata della tradizione lauretana
è stato dato dalle cosiddette "fonti mute", cioè dal responso
degli scavi archeologici effettuati a Nazaret tra il 1955 e il
1960 nella chiesa dell'Annunciazione e a Loreto tra il 1962 e il
1965 nel sottosuolo della Santa Casa, oltre che da studi specifici
sulla struttura edilizia della "Camera" lauretana, raccordata con
la Grotta nazaretana. Le indagini archeologiche e la tradizione si
illuminano a vicenda con reciproche conferme. E aiutano a
ricostruire la storia della Casa di Maria. A Nazaret gli scavi
hanno appurato che l'abitazione della Vergine, come le altre del
luogo, era costituita da una Grotta scavata nella roccia (luogo di
deposito) e da una Casa in muratura antistante e leggermente
sovrastante (luogo della vita quotidiana), oltre che da altre
piccole strutture sussidiarie. La struttura edilizia Ulteriori studi sulla struttura
edilizia della Santa Casa hanno messo in evidenza che questa, in
ambito edilizio marchigiano, costituisce un insieme di anomalie e
assurdità: non ha fondamenta proprie, contro tutti gli usi del
luogo; ha stranamente una parte in pietra, non usata nella zona
per mancanza di cave lapidee, e una parte aggiunta in mattoni, gli
unici materiali disponibili in loco; poggia su una pubblica
strada, contro tutte le disposizioni comunali dell'epoca; ha
l'unica porta originaria sul lato nord, esposta a tutte le
intemperie, e l'unica finestra a ovest, aperta a una limitata
illuminazione, contro i più elementari accorgimenti dei
costruttori locali. Infine, una specifica indagine sui graffiti leggibili ancora in
molte pietre della Santa Casa di Loreto, rivela che essi sono
molto simili a quelli riscontrabili in Terra Santa e, in special
modo, a Nazaret, compresi gli esemplari riferibili ai
giudeo-cristiani del II-V secolo. E’ stata decifrata anche una
scritta in caratteri greci sincopati con due lettere ebraiche
contigue (un lamed e un wav), la quale, tradotta, dice: "0 Gesù
Cristo, Figlio di Dio". Un'identica invocazione si legge nella
cosiddetta Grotticella di Conone, a Nazaret, vicino alla Grotta
santa. Ne deriva la fondata ipotesi che diverse pietre siano state
graffite a Nazaret e poi trasportate a Loreto, ciò che conferma
l'antica tradizione.
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